“La proposta di regolamento UE sugli imballaggi rischia di danneggiare numerose filiere strategiche del tessuto economico italiano ed europeo; ad essere colpiti sarebbero certamente i produttori di imballaggi e i loro fornitori di materia prima, ma anche gli utilizzatori industriali di imballaggi, i costruttori di macchinari per il confezionamento e l’imballaggio, la logistica e-commerce, i riciclatori di imballaggi, la grande distribuzione organizzata, gli operatori della ristorazione e molti altri comparti. (…) La bozza di proposta della Commissione UE dedica ampio spazio proprio al tema del riutilizzo e alla eliminazione di alcuni prodotti sostenibili che in Italia realizziamo e ricicliamo, su cui abbiamo avuto modo di esprimere forti perplessità, confermate dall’assenza di valutazioni di impatto ambientale e di fattibilità e sostenibilità economica“.
È la posizione di Confindustria espressa dalla Vice Presidente Katia Da Ros il 1° dicembre nell’audizione presso la VIII Commissione Ambiente della Camera dei Deputati.
Da Ros, vicepresidente di Confindustria per Ambiente, Sostenibilità e Cultura, è intervenuta per illustrare le valutazioni dell’organizzazione sullo schema di decreto legislativo che contiene disposizioni integrative e correttive ai decreti legislativi con i quali nel 2020 sono state recepite diverse direttive europee del 2018 in materia di rifiuti ed economia circolare.
Sul decreto, in particolare, la vicepresidente ha osservato che ci sono due aspetti critici su cui Confindustria richiama l’attenzione della Commissione: la modifica della disciplina della classificazione dei rifiuti e gli effetti di questa sul perimetro applicativo della tassa sui rifiuti, la Tari; e le modifiche in materia di cauzionamento e riutilizzo degli imballaggi.
L’importanza del tema per l’industria italiana è sorretta dai dati che De Ros ha presentato ai parlamentari della Commissione: fra i traguardi in materia di economia circolare e sostenibilità ambientale già raggiunti, c’è l’avvio a riciclo di una percentuale record pari all’83,4% dei materiali impiegati, ampiamente oltre la media europea ferma al 53,8% (dati GreenItaly 2022) e di oltre il 79% dei rifiuti speciali prodotti (cioè i rifiuti dei processi produttivi e delle attività economiche diversi da quelli dei nuclei domestici), quasi il doppio rispetto alla media UE (39,2%). Per i rifiuti da imballaggio (dati CONAI al 2021), l’Italia è a quota 73%, raggiungendo con 9 anni di anticipo l’obiettivo europeo del 70% al 2030.
Qui il testo completo dell’audizione.
Qui il link al video: https://webtv.camera.it/evento/21382