“Invitiamo la maggioranza e il Governo a evitare una decisione che appare dannosa in prospettiva e incoerente e distonica nella contingenza, rispetto al bisogno di sostegno di una filiera essenziale e preziosa per il Paese, dopo che, solo qualche giorno fa (l’1dicembre) la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del DM 26.9.2022, aveva proprio stabilizzato una misura efficace come il Bonus 18 Cultura”.
È quanto afferma, in una nota alla stampa, il Presidente della Federazione Carta e Grafica Carlo Emanuele Bona in riferimento alla notizia di un emendamento alla legge di Bilancio per sopprimere il Bonus Cultura per i diciottenni. L’emendamento, presentato dalla maggioranza che sostiene il Governo Meloni, intende eliminare la “18app”, ovvero la carta elettronica da 500 euro per i neo 18enni da spendere in libri, abbonamenti a giornali e beni culturali di vario genere.
La scelta, che va a colpire una misura più volte sollecitata e sostenuta dalla Federazione Carta e Grafica, giunge a sorpresa, soprattutto se si considera che solo pochi giorni fa, in Gazzetta Ufficiale (qui il link), era stato pubblicato il nuovo regolamento dell’iniziativa che rendeva strutturale la misura di sostegno alle spese culturali per i neo-diciottenni (qui la nota con la quale la Federazione aveva positivamente commentato la scelta).
Cancellare il Bonus Cultura, a partire dal prossimo anno, è “un grave errore sia strategico, sia pragmatico – commenta Bona -. Strategico perché è importante promuovere i consumi culturali nei giovani e, in particolare, la lettura visto che l’Italia sconta in questo da sempre un vero gap competitivo, comparata agli altri Paesi UE. Da tempo si richiedeva un sostegno più generalizzato e universale alla lettura, recentemente la Commissione Cultura del Senato ha evidenziato i danni che l’eccesso di digitale sta producendo sulle nuove generazioni e ora si vorrebbe eliminare una misura che ha dimostrato nei numeri di funzionare nello spingere i giovani a spendere in cultura e a leggere e a informarsi. Errore anche pragmatico, perché tutto il settore culturale ha bisogno di sostegno e, in particolare, l’intera filiera editoriale è già in profonda difficoltà a causa dei rincari dei costi energetici e la conseguente impennata del costo della carta. Anziché sostenere il settore, come si richiedeva, con un credito d’imposta proprio sugli acquisti di carta a fini editoriali – conclude il Presidente della Federazione Carta e Grafica -, si vorrebbe eliminare il Bonus Cultura che ha dimostrato essere un sostegno concreto alla domanda di libri”.