L’Unione Europea sta procedendo con il Regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio senza tener conto delle differenze fra i sistemi dei diversi Paesi e in mancanza di analisi adeguate sugli impatti. Questo porterà a decisioni molto penalizzanti per l’economia del riciclo, determinando condizioni di crisi per una filiera che, grazie ai livelli di efficienza raggiunti nel nostro Paese, genera occupazione e ricchezza. Questa è, in sintesi, la posizione depositata presso la Commissione Politiche della UE del Senato dalla Federazione Carta e Grafica.

Ieri la Federazione ha reso nota la sua posizione, a nome della filiera, in una nota alla stampa che entra nel dettaglio delle diverse argomentazioni.

A partire dalla decisione della Commissione UE di procedere attraverso un Regolamento: “La scelta di questo strumento – spiega Massimo Medugno, Direttore Generale della Federazione Carta e Grafica – determinerà un forte disallineamento tra le fonti di legislazione europea, la Direttiva-quadro rifiuti, e, di conseguenza, quella nazionale, dando luogo a una pericolosa confusione“.

Punto nodale della contrarietà italiana alla bozza di Regolamento UE (sulla quale la Federazione da mesi sta documentando motivate perplessità, come riportato qui) riguarda i criteri ispiratori della preferenza che viene assegnata al riuso rispetto al riciclo. La Commissione, puntando all’obiettivo di ridurre gli imballaggi, spinge sul loro riuso e impone restrizioni ai prodotti monouso. “Ma lo fa a prescindere dalla loro funzione d’uso e dalle motivazioni economico e sociali. E, soprattutto – argomenta Medugno – riuso e restrizioni sui prodotti monouso non sono supportati da analisi LCA“. Il riferimento è alle analisi Life Cicle Assessment, che prendono in esame gli impatti di un prodotto considerandone il ciclo completo di vita, dalle materie prime, passando per l’utilizzo, fino allo smaltimento, le sole che potrebbero documentare, attraverso il rigore dei dati, l’esistenza di un effettivo miglioramento ambientale apportato dalle nuove disposizioni. Sul tema, da ricordare, per esempio, la posizione assunta da EPPA, l’associazione europea dei produttori di imballaggi in carta, che ha fatto realizzare uno specifico studio LCA che evidenza il vantaggio in termini di minore impatto ambientale del riciclo rispetto al riuso di stoviglie e contenitori nei takeway.

Agli elementi finora elencati, secondo la Federazione, va aggiunta la sottovalutazione, nella scelta di privilegiare il riuso, della lotta allo spreco alimentare, della tutela della sicurezza e della salute dei consumatori e dell’integrità dei prodotti.

Il riuso – afferma infine Medugno – diventa un modo indiretto per ‘frammentare’ il mercato interno sulla base di un sistema logistico da riprogettare, dagli esiti incerti e senza vantaggi per l’ambiente. Questo non è il caso del riciclo, che avviene più vicino al consumatore, non nel luogo originario di produzione“.

In conclusione, si legge nel documento depositato al Senato, la soluzione migliore non può essere assunta da una decisione globale a livello UE, così come proposto dalla Commissione Europea, ma va data la preferenza a quelle opzioni che forniscono il miglior risultato ambientale complessivo. In quest’ottica, gli imballaggi a base cellulosa (materiale rinnovabile e biodegradabile) non dovrebbero avere obiettivi di riuso (bensì obiettivi di riciclo sempre più ambiziosi), così come i prodotti monouso in carta (perfettamente riciclabili e riciclati su scala industriale) non dovrebbero essere sottoposti a restrizioni.

Il Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio, una volta definitivamente varato, sarà immediatamente applicabile, non terrà conto delle differenze tra i vari Paesi, anche in termini di raggiungimento degli obiettivi di riciclo. Ciò comporta un serio rischio per l’economia italiana del riciclo: non si possono porre obiettivi stringenti di riciclabilità su larga scala di tutti gli imballaggi (pena la loro messa al bando), senza imporre a monte agli Stati membri vincolanti obiettivi di raccolta. È invece importante – termina la nota trasmessa al Senato – concentrare ogni sforzo sulla centralità della raccolta differenziata degli imballaggi e dunque sul riciclo degli imballaggi. Rispetto alla raccolta differenziata finalizzata al riciclo andrebbe espressamente inserito un obbligo per i Comuni sulla falsariga di quanto avviene in Italia.