La recente proposta di Regolamento europeo sul packaging promuove a priori il riuso degli imballaggi e mette a rischio, senza adeguate analisi scientifiche, un’eccellenza quale il sistema di riciclo italiano che non ha eguali nel mondo. Sul tema Confindustria Toscana Nord ha tenuto un incontro il 26 maggio scorso presso la sede di Lucca; i lavori sono stati aperti dall’intervento a carattere scientifico del prof. Fabio Iraldo dell’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, a cui sono seguiti gli interventi con le posizioni delle diverse associazioni coinvolte, a partire da Assografici, Assocarta, Assovetro e Unionplast. Tutti concordi sulla necessità di un utilizzo complementare di riuso e riciclo a seconda degli ambiti e dei prodotti, ma a fronte di un reale vantaggio per l’ambiente, dimostrato da dati concreti.
“Come Assografici siamo assolutamente d’accordo con l’obiettivo di ridurre i rifiuti – ha commentato Gianluca Castellini, vicepresidente di GIFCO , Gruppo di specializzazione di Assografici che riunisce i produttori italiani di cartone ondulato -, ma contestiamo il modo in cui si vuole arrivare al risultato penalizzando il riciclo di carta e cartone, che sono materiali naturalmente biodegradabili e sostenibili per eccellenza. A nostro parere, si possono adottare in modo complementare sia riuso che riciclo, a seconda delle diverse situazioni, dei canali e dei prodotti trasportati, non penalizzando il secondo a vantaggio del primo”.
Per evitare provvedimenti generalizzati occorre un’accurata analisi delle diverse supply chain. “È paradossale che si metta a rischio un’eccellenza quale il sistema di riciclo italiano, che non ha eguali nel mondo”, ha affermato Castellini. Gli ultimi dati comunicati da Conai indicano una quota di riciclo degli imballaggi in carta e cartone superiore all’85%; si supera il 77% per gli imballaggi in acciaio, il 67% per gli imballaggi in alluminio, circa il 63% per gli imballaggi in legno, quasi il 59% per gli imballaggi in plastica e bioplastica, e l’80% circa per gli imballaggi in vetro. “La proposta di Regolamento in discussione mette tutto questo a rischio, vanificando il ritorno degli investimenti milionari fatti in Italia negli ultimi vent’anni – ha concluso il vicepresidente di GIFCO -. Ne vale davvero la pena? L’Italia è disposta ad accettare una tale imposizione dalla Commissione Europea, che andrà a vantaggio di altri Paesi in Europa che sono stati molto meno virtuosi in tema di riciclo?”
L’auspicio, espresso concordemente dai vari relatori, è che la Commissione UE riveda la sua posizione trasformando il Regolamento in Direttiva, lo strumento legislativo che permetterebbe ad ogni Paese membro di recepire la legge adattandola al proprio contesto nazionale. Quindi, nel caso dell’Italia, senza compromettere anni di investimenti e comportamenti virtuosi legati al riciclo dei materiali.