Regolamento PPWR, energia, transizione 5.0 e decarbonizzazione, importanza della lettura su carta. Un’agenda fitta sin dal debutto, quella di Andrea D’Amato, che nell’Assemblea pubblica, tenuta il 29 maggio in FieraMilano, nell’ambito della manifestazione Print4All, ha tenuto il suo primo discorso da presidente della Federazione Carta e Grafica.
“L’attuazione del Regolamento sugli imballaggi sarà il banco di prova per capire se l’Europa s’è veramente desta, ovvero è capace di perseguire una sostenibilità pragmatica, che non penalizzi la competitività delle imprese“, ha evidenziato nella sua relazione d’apertura il neoeletto presidente, che ha fatto più di un riferimento ai temi affrontati nell’assemblea di Confindustria, due giorni prima: “Occorre un mercato europeo dell’energia, un’Unione che punti al disaccoppiamento tra energie fossili e rinnovabili e aumenti la trasparenza e la competitività dei mercati. Per gli investimenti, fondamentale prorogare e rilanciare Transizione 5.0 e supportare soprattutto chi deve fare un percorso di decarbonizzazione”.
D’Amato, in chiusura del suo intervento, si è soffermato su un tema che, pur non riguardando strettamente le politiche industriali, è presidiato con tenacia dalla Federazione, quello dei libri e della lettura su carta: “la lettura su carta e la scrittura a mano in corsivo sono medicine urgenti e fondamentali per lo sviluppo psicofisico delle nuove generazioni, compromesso oggi dagli effetti derivanti da un eccesso di digitale”.
La panoramica del settore con i dati aggiornati ha caratterizzato una parte significativa della relazione del presidente: “Nel 2024 – ha comunicato D’Amato – il valore di fatturato del complesso dei quattro settori appartenenti alla Federazione Carta Grafica – macchine per la grafica e la cartotecnica, cartario, grafico e cartotecnico trasformatore – si è assestato a 26,9 miliardi di euro, cioè l’1,2% del Pil nazionale. Il saldo della bilancia commerciale con l’estero è positivo per 4 miliardi di euro, corrispondente al 7% del surplus commerciale totale dell’Italia si stima che la filiera coinvolga quasi 16.000 aziende, per oltre 160.000 addetti”.
Sottolineata la circolarità da record che caratterizza la filiera (anche quest’anno il tasso di riciclo è ben oltre l’obiettivo comunitario dell’85% al 2030, grazie all’azione di Comieco, socio aggregato della Federazione) e i molteplici primati produttivi a livello europeo: terza industria cartaria, leader nel tissue, secondi nella produzione di imballaggi in cartone ondulato, primi nell’export di imballaggio flessibile, seconda industria grafica; e, per concludere, la leadership mondiale in un segmento di eccellenza della produzione di macchine, quelle per la cartotecnica e converting. Indicazioni da cui la Federazione Carta Grafica emerge come rappresentante di una filiera significativa del Made in Italy che, in termini di output di prodotto finale, porta i nostri stampati e i nostri packaging in giro per il mondo, da soli o in accompagnamento alle nostre merci. “Un ruolo importante, soprattutto in un contesto in cui i dazi tornano a essere strumento di politica commerciale e protezionismo, per rinforzare la fiducia nel prodotto italiano e per giustificarne il posizionamento premium – ha concluso D’Amato – , con il packaging che assume un ruolo strategico non solo logistico ma soprattutto comunicativo e identitario, diventando un asset competitivo per il Made in Italy”.
Uno dei temi più caldi del momento, quello della disponibilità e dei costi dell’energia è stato affrontato nella tavola rotonda della seconda parte dell’assemblea dal vicepresidente di Confindustria con delega alle politiche industriali e al Made in Italy, Giuseppe Nocivelli: È una questione che segna la differenza fra l’essere competitivi o non esserlo in certi settori, non affrontarla rischia di portare a deindustrializzazione e spostamento delle produzioni verso Paesi dove i costi energetici incidono meno. È rischioso, in Europa, affrontare come una competizione il discorso sui prezzi energetici – ha avvertito Nocivelli -: va piuttosto cercata la soluzione per eliminare le differenze, che mettono alcune industrie in difficoltà come la nostra, bisogna abolire comfort zone che vedono alcuni Paesi in condizioni migliori degli altri, penalizzando però l’industria europea nel suo complesso”.
Insieme con il vicepresidente di Confindustria, hanno preso parte alla tavola rotonda, moderata del responsabile del settore economia del Corriere della Sera Nicola Saldutti, i due vicepresidenti che affiancheranno D’Amato, Lorenzo Poli, presidente di Assocarta e Aldo Peretti, consigliere past-president di Acimga e il past president della Federazione Michele Bianchi.
Hanno portato il loro contributo all’Assemblea, con messaggi video, l’on. Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento Europeo (qui l’intervento: https://youtu.be/63D4Yu5WQ5k?si=yFo1o7_H9xfM_aC2) e l’on. Raffaele Fitto vicepresidente esecutivo della Commissione UE (qui l’intervento: https://youtu.be/cek5KLQ3m68?si=dz7uw5__8bEpCY7f).