I numeri positivi del 2021, con tutti i principali indicatori in deciso miglioramento rispetto al 2020, non devono trarre in inganno: la Federazione Carta e Grafica lancia l’allarme per il forte rallentamento della produzione di macchine per l’industria grafica, cartotecnica, di trasformazione, mentre a causa del costo del gas si rischia la sospensione della produzione negli stabilimenti cartari.

Le più recenti analisi del Centro Studi di Confindustria evidenziano andamento della produzione industriale in frenata, seppur consolidando un trend positivo, a causa di alcuni fattori riconducibili ai fattori di produzione e non alla domanda. La Federazione Carta e Grafica, in una nota diffusa alla stampa (disponibile qui) sottolinea come, al di là dei processi inflattivi globali sulle materie prime, ci siano ad oggi forti ritardi nelle forniture, ovvero stiano concretizzandosi gravi fattori limitativi della produzione con conseguenti rallentamenti produttivi che portano ad eventuali ritardi nelle forniture.

“Nonostante i numeri del 2021 siano nel complesso positivi, è forte l’allarme per il rallentamento nelle forniture che frenano la produzione di macchine per l’industria grafica, cartotecnica e di trasformazione mentre il costo del gas – che incide fino al 40% – per i produttori di carta, settore energy-intensive, in questi giorni registra quotazioni di 180 euro al Mwh – evidenzia il Direttore di Federazione Carta Grafica Massimo Medugno -. Non solo prezzi insostenibili per le cartiere, ma anche oscillazioni nelle quotazioni che possono variare anche del 20% dalla sera alla mattina, a causa della speculazione finanziaria. Ciò si riflette sul costo della carta e sull’approvvigionamento della stessa, che si aggiungono a rialzi delle materie prime in genere, degli additivi e dei trasporti in un contesto di perdurante crisi della stampa periodica e commerciale”.

La situazione oggi è tale da mettere le imprese della filiera, al di là della volontà aziendale di rispettare gli obblighi assunti dai contratti di fornitura, nella condizione di non essere sempre in grado di organizzare la produzione in funzione degli stessi tempi formalizzati nelle forniture. A questo proposito, una soluzione potrebbe essere quella di organizzare centrali di acquisto, contrattualizzabili da forme snelle quali i contratti di rete, con garanzie Statali, per aumentare il potere negoziale sulle forniture di un tessuto produttivo fatto di piccole e medie aziende.

Intanto il costo del gas, in particolare per quanto riguarda il settore della carta, generando ricadute sull’intera filiera, rende la gestione d’impresa difficile al punto che l’imprenditore si trova spesso a valutare anche sospensioni temporanee della produzione. “La fermata degli impianti è un rischio oggettivo che stiamo correndo, ma cerchiamo di resistere pur nella progressiva riduzione di marginalità e nell’incertezza di una politica industriale e soprattutto energetica che, purtroppo, ora ci fa navigare solo a vista”, aggiunge Medugno. “In questo contesto l’Europa decide di non decidere sui temi energetici e, intanto, il regolatore italiano segue percorsi pauperistici solo nei confronti dei servizi resi dall’industria alla rete nazionale. Ripartono, nel frattempo, le centrali a carbone abbondantemente ripagate dai consumatori italiani”.